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La Blanche IPA e il sestiere Dorsoduro Giudecca

By marzo 10, 2020 No Comments
Blanche IPA Zago Dorsoduro Giudecca

Situato nella parte meridionale della città, il sestiere di Dorsoduro-Giudecca è quello della Blanche IPA.

La birra

Questa birra presenta un colore dorato chiaro e leggermente opalescente con una schiuma persistente e importante.

La nostra Blanche IPA sprigiona, all’olfatto, un bouquet composto da elicriso, bergamotto e note di miele di castagno.

Il gusto ricorda, nel finale, il pistacchio e la mandorla.

Si tratta di una birra agricola ad alta fermentazione, fresca e fruttata, che si accompagna splendidamente con bruschette e crostini, lievitati, carni bianche e formaggi a pasta molle o freschi.

L’etichetta

Nell’etichetta sono rappresentati alcuni edifici che incontreremo nella nostra ideale passeggiata che parte dalla chiesa di Santa Maria del Rosario, detta che dei Gesuati. Si tratta di un grande complesso conventuale che risale al XVIII secolo e fu voluto dai Domenicani, subentrati ai Gesuati soppressi come ordine nel Seicento. L’esterno è imponente e l’interno è in perfetta armonia. Colpisce certamente il soffitto affrescato da Giambattista Tiepolo, uno degli artisti più importanti del periodo. Vi sono raffigurati L’apparizione della Vergine a San Domenico, L’istituzione del Rosario e La gloria di San Domenico. Da vedere assolutamente anche la pala di Jacopo Tintoretto con la Crocifissione, originariamente collocata nella chiesa adiacente.

Da Punta della Dogana alla chiesa delle Zitelle

Proseguendo nel nostro itinerario ci dirigiamo verso Punta della Dogana. Come suggerisce il nome, si tratta dell’estremità orientale del sestiere che è, di fatto, proprio una punta di terreno che si affaccia sul bacino di San Marco e sulla quale sorge un robusto manufatto risalente agli anni 1677-1682. Tale struttura, che sembra proprio la prua di una nave, divide il Canal Grande dal Canale della Giudecca ed è facilmente riconoscibile sull’etichetta frontale della Blanche IPA. Caratteristica è la grossa sfera dorata che sta sopra la torretta dell’edificio. È sostenuta da due figure maschili accovacciate e sormontata da un’altra statua bronzea. Rappresenta la Fortuna ed è mobile nel senso che ruota sul suo piede a seconda di come la spingono i venti. Insomma, la sua posizione è mutevole, proprio come ciò che rappresenta!

Altro edificio che possiamo vedere nell’etichetta è la Chiesa delle Zitelle. Di nomi curiosi Venezia, lo abbiamo visto, è davvero ricca e questa chiesa non fa eccezione. La titolazione “vera” sarebbe Santa Maria della Presentazione. È una chiesa molto importante il cui architetto è, con tutta probabilità, il famoso Andrea Palladio.  È collegata al pio luogo delle Zitelle, un istituto fondato a metà Cinquecento per salvare le giovani povere ma belle dalla strada della prostituzione. La chiesa risale agli anni tra il 1581 e il 1585, dopo la peste. All’interno si trovano dipinti di Palma il Giovane, Antonio Vassillachi e di Francesco Bassano.

Uno scrigno di tesori: le Gallerie dell’Accademia

Una doverosa tappa per chi visita questo sestiere è rappresentata dalle Gallerie dell’Accademia. All’interno di questo museo sono esposte alcune delle opere più belle e importanti non solo dell’arte veneta. Vi trovano ospitalità i capolavori di Giorgione, Bellini, Veronese, Tintoretto, Lorenzo Veneziano, Lorenzo Lotto e Tiziano solo per nominarne alcuni. Una curiosità: non esposta al pubblico per ragioni conservative ma facente parte della collezione del Gabinetto dei disegni e delle stampe è una delle opere più famose e iconiche al mondo, ovvero l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci.

Il ponte dei pugni e la casa di Otello

Dei numerosi ponti di cui Venezia dispone, ve ne sono certi che hanno davvero nomi e storie particolari. È il caso del ponte dei pugni, un piccolo passaggio sul cui selciato sono perfettamente visibili due paia di impronte di piedi che si fronteggiano, a segnare l’esatto posto in cui disporsi per ingaggiare un incontro di pugilato! Ed in effetti era proprio quello che accadeva. Da settembre fino a Natale i “Castellani” di San Pietro di Castello e i “Nicolotti” Di San Nicolò dei Mendicoli si scontravano su questi ponte. Questo non è l’unico ponte in cui avveniva questa “Guerra dei pugni” ma è di certo il più famoso.

Campo dei Carmini è un altro luogo molto interessante da visitare nel sestiere di Dorsoduro. Qui vi sarebbe la casa di Otello, il celebre personaggio Shakespeariano. L’edificio era proprietà della famiglia Moro e secondo alcuni Otello sarebbe proprio il patrizio Cristoforo Moro, luogotenente a Cipro che, tornato a Venezia dopo la morte misteriosa della prima moglie a Famagosta, si risposò con una ragazza soprannominata “Demonio Bianco”. Su questa storia deve essersi creata la leggenda di un “Moro” che uccise per gelosia la moglie.

Un grande della pittura

Non lontano da questo luogo si trova la chiesa di San Sebastiano dove, secondo la tradizione, fu imprigionato per un certo periodo il pittore Paolo Caliari, detto il Veronese. Questo edificio venne costruito all’inizio del Cinquecento e all’interno ospita ancora oggi moltissime opere dell’artista che qui è anche sepolto.

Il Veronese venne messo sotto inchiesta dall’Inquisizione per una sua opera. Nel 1573 i Domenicani gli affidarono la realizzazione di un Ultima cena da porre nel loro refettorio nel complesso dei Santi Giovanni e Paolo, in sostituzione di quella di Tiziano, andata persa nell’incendio del 1571. Scontenti del risultato, i monaci si rivolsero al temibile tribunale che convocò l’artista chiedendo spiegazioni in merito alla presenza di cani e nani (soggetti giudicati offensivi in un quadro con quel soggetto) e di germanici (ovvero protestanti. Il pittore si difese dicendo che gli era stata data libertà creativa e che lui l’aveva pienamente seguita; aggiungeva inoltre che, nel suo lavoro, si ispirava a quanto fatto da artisti più grandi di lui (come, ad esempio, Michelangelo). Gli venne chiesto di correggere l’opera a sue spese ma il Veronese si limitò ad apportare piccole modifiche e a cambiare titolo all’opera e ancora oggi possiamo ammirare questo enorme capolavoro alle Gallerie dell’Accademia con il titolo “Convito in Casa Levi”.

Per concludere il nostro itinerario alla scoperta di Dorsoduro-Giudecca, sestiere omaggiato nell’etichetta della Blanche IPA, procediamo in direzione del Ponte della Libertà e presto incontriamo la Chiesa di San Pantalon in cui bisogna assolutamente entrare. Quasi subito la nostra attenzione verrà catturata dalla decorazione del soffitto: una mastodontica e magnifica rappresentazione del Martirio e Gloria di San Pantaleone, opera di Giovanni Antonio Fiumani che la realizzò tra il 1680 e il 1704. Non è un affresco bensì un gigantesco dipinto su tela. Le tele in realtà sono 40, unite fra loro. Misura in totale 443 metri quadrati ed è certamente uno dei più grandi dipinti del mondo.

Vuoi conoscere tutte le caratteristiche della Blanche Ipa? Visita la pagina dedicata e scarica la comoda scheda tecnica in PDF da tenere sempre a portata di mano.